Sulla nuova edizione del dizionario Treccani che sarà disponibile da ottobre, le voci femminili vengono poste sullo stesso piano di quelle mensili. E no, non saremo noi a spiegarvi la cosa, leggete questo articolo e capirete da soli.

Non tutti apprezzano la scelta, e tra questi c’è l’Enrico Ruggeri di Quello che le donne non dicono, che in tweet ha aperto i rubinetti dei blast. Sostanzialmente, il cantautore è molto deluso da ciò che si tenta di fare con la lingua italiana per la parità di genere.

Il tweet

Nel suo tweet, l’Enrico riprende il dissenso di un giornalista e aggiunge: “Avevamo la lingua più bella e completa del mondo, figlia di padri greci e latini”.

Non si capisce perché usi l’imperfetto, come se l’italiano morisse con il nuovo dizionario Treccani. In ogni caso, il primo blast è anche quello che scatena la furia degli anti-blast:

La Giulia scrive: “Enri’, lo sappiamo che sei rimasto fermo a SIAMO COSÌÌÌ DOLCEMENTE COMPLICATE e non ci vuoi fra i piedi in altre forme. Non serve che ce lo ricordi”.

Quello che le donne non dicono è forse il punto più debole per Ruggeri, che se da una parte gli viene riconosciuta una certa sensibilità verso le donne grazie a quel testo, dall’altra viene accusato di aver messo stereotipi in bocca a un’interprete donna.

Continuiamo.

Il blast continua

  • Sì, ma dai tempi dei latini e greci o di Dante è passato un po’. La lingua non è come un oggetto dentro la teca di un museo: cambia.
  • Padri, appunto. Sono le madri che mancano, sempre.
  • Dove sta il problema?

  • Lingue dei padri che prevedono Maschile, Femminile e Neutro per tutte e cinque le declinazioni. Per dire.

Infine:

“Pensa che latino e greco hanno maschile, femminile e neutro, pazzesco quante figure de me**a fai con un unico tweet”.