“Sono putiniana?”, si chiedeva in un lampo provocatorio a luglio, quando le temperature estive raggiungevano il picco del caldo e l’aria era irrespirabile anche negli interni. Così lei, la Ferma, aveva pensato di mostrare le sue gambe agli aficionados dichiarando di avere il condizionatore “a palla” e di aver abbassato la temperatura di casa a 16 gradi.

“Sono putiniana?”, quindi, era la domanda provocatoria. Lei, che nella sua bio si definisce “Zetista a tempo pieno” per ostentare il suo sostegno all’invasione della Russia, è in effetti uno dei tanti profili nati dagli inestetismi della società. Se prima l’appuntamento con la nail-artist era il primo pensiero, ora determinate persone si riversano su Twitter e si scoprono guerrafondaie, quando l’unica invasione che farebbero in vita loro è quello del pianerottolo del vicino caciarone.

Il problema è che a più riprese, ai putini-ani che aumentavano i consumi per sostenere Mother Russia, è stato detto di non cadere in certi passaparola pericolosi. Ora, la “Zetista a tempo pieno”, anziché mettere in crisi gli equilibri internazionali con la sua bravata si ritrova a chiedere una disperata rateizzazione del canone della luce.

Il tweet

“Sono a 16 gradi. Sono putiniana? Caldo”.

Molti, oggi, facepalmano al posto suo. Perché? Perché la “Zetista a tempo pieno” ora si ritrova con i frutti delle sue scelte scellerate, che si rivelano non solo dannose per il pianeta, ma una colossale cantonata dritta sul grugno.

“Per la prima volta nella mia vita ho chiesto la rateizzazione della bolletta della luce. A giugno avevo pagato 389 €. Oggi mi è arrivata da € 788. Neanche posso aprire il gas per uccidermi con quello che costa”.

Deve fare molto male, e sì: si chiama “cercarsele”. Non ride più, la “Zetista a tempo pieno”. Ridono gli altri, e probabilmente riderà anche l’azienda che le fornisce l’energia elettrica.

L’invasione di blast nella sua bacheca

È chiaro che probabilmente siamo di fronte a un troll che cerca di mettere in ridicolo i putiniani, ma molti utenti dubitano fortemente che la “Zetista” sia un fake.

Alcuni esempi.

Uno scrive: “Ma tu non eri quella che a luglio twittava che stava a 16 gradi col condizionatore a mille?”, ma c’è chi infierisce: “Spiace? No”.

“Puoi sempre farti rimborsare da Putin, non gli avevi fatto un prestito a luglio con l’aria condizionata a 16 gradi?”, e ancora: “Essere imbecilli non è una colpa. Sforzarsi ogni giorno per dimostrare a tutti di essere una imbecille invece lo è”.

E no, non è finita, ma non riporteremo il resto perché ci dissociamo dalle battute sessiste. Questo è quanto, cara “Zetista a tempo pieno”.