Ady, ancora? I blast che ti hanno reso famoso non ti hanno insegnato niente?

L’Ady è arrabbiato con Paola Egonu, colpevole di aver denunciato un certo razzismo – l’ennesimo, Marie’, l’ennesimo – scatenatosi contro di lei sui social. Sostanzialmente, Mario Adinolfi, di cosa l’accusa?

La parola “razzismo” non piace al centrodestra né ai conservatori, tanto meno ad Adinolfi che appunto non riconosce il problema e si scaglia contro la campionessa su Twitter. Il risultato?

Il tweet

L’Ady scrive:

“Paola Egonu è egocentrica, si parla solo di lei, nessuno conosce il nome di un’altra qualsiasi pallavolista azzurra, ma si lamenta d’essere al centro dell’attenzione quando l’Italia non vince. Pararsi dietro al razzismo è una furbata, è criticabile come qualsiasi altra atleta”.

Interviene un utente con un semplice tweet: “Orgoglio & Pregiudizio”, rispettivamente con l’effige di Paola Egonu e dell’Ady. Perché vedete, amici, il blast è questo: poche parole per mettere una cerniera sulla bocca dell’interlocutore.

L’Ady, del resto, scrive: “Nessuno conosce il nome di un’latra qualsiasi pallavolista azzurra”, e qui si scatenano i blaster.

Il blast continua

A’ Marie’, pure gli amici di Commenti da Incubo hai fatto scomoda‘. Comunque, caro lettore, ecco un’altra manciata di blast contro l’Ady.

Pasquino scrive: “A parte che hai offeso la grande capitana Miriam Sylla e tutte le meravigliose protagoniste di quella nazionale, delle quali forse solo tu non conosci i nomi, ma il messaggio di Paola era indirizzato precisamente a quelli come te”. Ahia, Marie’.

L’Ordine dei Medici di Bugliano (Marie’, Bugliano esiste anche meno di Dio) scrive:

“È colpa dei neri se c’è il razzismo. Giusto.
Noi a Bugliano siamo razzisti verso gli obesi che costano parecchio al SSN, pensi. Ed è colpa loro e del loro gigantesco ego se li troviamo riprovevoli.

(Per Adinolfi: si tratta di una provocazione. Precisiamo certi che non capirebbe)”

Ahia, Marie’.

“È incredibile come ogni volta un tuo tweet riesca a essere più ridicolo del tweet precedete”. Ora, Marie’, per una volta puoi chiedere scusa?